Donald Trump è il nuovo Presidente degli Stati Uniti, per la seconda volta torna alla Casa Bianca. Un successo in effetti più che strepitoso. Vince anche in tutti e sette gli Stati chiave dati erroneamente in bilico fino alla viglia e soprattutto vince nel voto popolare americano. Davvero una valanga di voti per Trump ovunque. Si apre certamente e indiscutibilmente una nuova era politica in America e nel Mondo.
I sondaggi già sotto accusa, ancora una volta ingannevoli, per la terza volta consecutiva sbagliano tutte le previsioni, non avevano fotografato la situazione reale e soprattutto la grande stampa e i media americani, e ancora di più quelli europei, quasi sempre di fatto molto schierati in opposizione a Trump, non avevano capito e colto quanto da tempo accadeva realmente nella società e nella politica degli Stati Uniti, distorcendone il vero racconto, o in molti casi, peggio ancora, facendo finta di non vedere.
Quello del posizionamento dei media, giornali, televisioni con il seguito di trasmissioni, conduttori e ospiti, è un vero spartiacque, lo si era già notato nel 2020 e prima ancora nel 2016, ormai da tempo non riescono più a influenzare un risultato politico ed elettorale, anzi al contrario, spesso generano l’effetto opposto.
Donald Trump era sempre stato molto sicuro di sé perché consapevole di avere dalla sua parte, da anni, la maggioranza del popolo americano, come è infatti accaduto. Ha saputo attendere, restare fermamente in campo, impegnandosi con tutte le sue forze in questi quattro anni, avere poi pienamente al suo fianco tutto il partito repubblicano, divenuto ormai tutto trumpiano, e principalmente un gigantesco seguito popolare. Con due attentati nel mezzo a ridosso delle elezioni, uno quasi mortale proprio in Pennsylvania.
Addirittura Trump vince trascinando il voto degli ispanici a suo favore ed anche gli afroamericani lo appoggiano più della volta scorsa, mietendo pure consensi copiosi tra giovani e donne.
La macchina elettorale dei Democratici del Presidente uscente Joe Biden e della candidata alla presidenza Kamala Harris, si è letteralmente inceppata, non solo perdendo in tutti gli Stati dati come incerti, ma non drenando affatto quel consenso delle donne immaginato come certo, quello giovanile, quello di colore e quello che sarebbe dovuto arrivare dalla mobilitazione dell’apparato mediatico e dello spettacolo, a cominciare dal sistema Hollywood, che praticamente non ha sortito effetto. Madonna, Lady Gaga,Taylor Swift, George Clooney e le altre stars di Musica e Cinema, da sempre vicinissime ai Democratici, hanno fatto più perdere voti che guadagnarne.
L’America ha mostrato compiutamente il suo volto più vero, addirittura più che nel 2020 e nel 2016, lanciando un messaggio chiaro a se stessa e al Mondo. I principi, i valori, le idee che Trump rappresenta dal 2015, anno della sua discesa nella politica americana, non solo sono patrimonio condiviso dalla maggioranza degli americani ma si sono rafforzate ed espanse in questi ultimi anni.
Lo scontro tra elites e popolo, filtrato naturalmente da esasperazioni e strumentalizzazioni sempre presenti, attraversa tutta l’America ed è un dato politico primario di cui non si può non tenere conto. Se avviene nel paese più ricco e potente del mondo, figuriamoci altrove. Libertà, sicurezza, diritti, benessere economico passano dai rapporti di forza tra chi è in alto e chi è in basso, non a caso ormai anche tutta la classe media esprime un moto di sofferenza e ribellione.
L’Europa, intesa anche come Unione Europea, dovrà per forza tenere conto di questo cambiamento radicale impresso dal voto americano e ciò significa che ci sarà un’altra America e conseguentemente e necessariamente un’altra Europa. Per essere chiari gli Stati Nazionali conteranno molto di più e la politica, intesa come espressione della volontà popolare, deve tornare a contare di più rispetto ad altri poteri a cominciare da quello finanziario. Il nuovo mondo è ormai multipolare, altro che mondialismo centralizzato e globalizzato.
L’elezione di Trump sconvolge politicamente l’Unione europea e gli equilibri Nato, a Bruxelles, ma anche a Berlino e Parigi le cose non potranno più essere le stesse. Un capitolo a parte riguarda poi Roma e l’Italia, dove la maggior parte del potere, non solo politico e istituzionale, ma anche economico e mediatico più altre sfere dei grandi centri decisionali, probabilmente avevano confidato e sperato in Kamala Harris mentre si troveranno di fronte alla Casa Bianca proprio Donald Trump. E sarà interessante vedere come e in che forme si svilupperà il legame storico tra Roma e Washington nella nuova situazione data.
Adesso non solo in America, ma in tutto l’Occidente si apre un’epoca completamente nuova che speriamo sia soprattutto ispirata alla pace, come Trump ha sempre detto e in effetti concretamente dimostrato nel suo primo mandato. Ucraina e Medio Oriente i teatri su cui Donald Trump interverrà già da subito e tutti i suoi interlocutori lo sanno bene. Non a caso tutti, ma proprio tutti, amici ed avversari storici si sono precipitati a congratularsi e a fargli gli auguri.
Bisognerà adesso attendere il 20 Gennaio, che come da Costituzione americana prevede l’insediamento del Presidente eletto Trump. Ma in questi due mesi, sin dai primissimi giorni saranno tanti ed a cascata i segnali e i contraccolpi negli Stati Uniti, in Europa e nel Mondo.
di | Fonte: Yescomment