La Sicilia ha uno Statuto speciale ma applicarlo è una illusione

La Sicilia ha uno Statuto speciale ma applicarlo è una illusione

Il 3 gennaio 2016 nacque a Pergusa Siciliani Liberi. Fu una giornata memorabile, ricca di emozioni intense e di grandi speranze. Si dice che chi ben comincia è a metà dell’opera e deve evitare lo scoraggiamento, che può impadronirsi di lui strada facendo, perché nessun ideale si fa realtà senza sacrificio. I presenti speravano che sarebbero arrivati successi rapidi, che siciliani non compromessi né collaborazionisti dei colonizzatori potessero essere eletti alla prima occasione, che la Sicilia avrebbe potuto presto dotarsi di un autogoverno. Così non è stato. Un altro sogno era l’unità di tutte le aggregazioni sicilianiste, piccole in sé ma testimonianza di un desiderio mai sopito. Così non è stato. Ci hanno deluso, ci hanno insultato, ci hanno tradito, hanno mentito su di noi. Il sogno si è rivelato una chimera. Pazienza! L’esperienza insegna che non si mescola l’acqua con l’olio.All’inizio il Movimento era guidato dai fondatori. E con tale organizzazione affrontò audacemente le elezioni comunali di Palermo del 2017 e quelle regionali dello stesso anno. Poi, nel primo Congresso Nazionale del maggio 2018, a Palermo, venne strutturato come un partito e si dotò di organi elettivi: un Segretario Nazionale, una Assemblea Nazionale con il relativo Presidente, una Direzione Nazionale, un Coordinamento dei Giovani Siciliani Liberi.Nel secondo Congresso Nazionale, a luglio del 2021, ad Aci Castello, una volta approvato lo Statuto del partito che consentì l’iscrizione al registro dei partiti del Parlamento Italiano, vennero rinnovate le cariche.

Da luglio 2021 a novembre 2024 Nel celebrare il terzo Congresso Nazionale di Siciliani Liberi, ricordiamo tre anni e cinque mesi molto intensi. Particolarmente faticose sono state le due campagne elettorali per il comune di Palermo (giugno 2022) e per la Regione Siciliana (settembre 2024). Queste ultime sono state elezioni anticipate, con l’estate in mezzo. Una follia! In entrambi i casi abbiamo registrato un fenomeno diffuso: pochi sono ancora disposti a candidarsi, per i motivi più svariati. Ci sono anche quelli – se ci è consessa la battuta – dell’armiamoci e partite. È comprensibile che abbiamo tutti poco tempo, non viviamo di proventi del partito che non ci sono (al contrario, ci autotassiamo). Ma è poco elegante lasciare sole alcune persone in trincea e criticarle pure per il loro operato. Non abbiamo ottenuto di entrare nel consiglio comunale di Palermo né all’ARS. A Valderice sì, perché il presidente del consiglio comunale è un nostro iscritto ed è molto attivo su battaglie concrete.In questo triennio siamo stati ammessi come componenti di Alleanza Libera Europea (European Free Alliance) e abbiamo partecipato a parecchi incontri organizzati da loro, offrendo anche proposte di mozioni e di azioni politiche. Quest’anno – il 2 giugno – un gruppo benemerito ha organizzato la seconda edizione della Festa dell’Identità Siciliana. La prima si era svolta al Castello di Montalbano Elicona il 30 novembre e il 1 dicembre 2019. Ha lavorato una squadra di appassionati che volevano dare una occasione di gioia ai siciliani. Si è svolta in un quartiere periferico di Palermo, Falsomiele, abbandonato dalle istituzioni. C’è stata una coincidenza non voluta con la festa della Repubblica Italiana: monarchia o repubblica poco cambia, lo Stato Italiano ha poco rispetto della identità siciliana. È vero che l’art 116 della Costituzione Italiana recepisce come legge costituzionale lo Statuto Siciliano, approvato il 15 maggio del 1946. Ma sono degli illusi quelli che ritengono ancora di poterlo fare applicare. Come diceva Antonio Canepa, è carta straccia, è stato concesso ai siciliani come specchietto per le allodole e mai attuato.Sabato 25 maggio c’era già stata una manifestazione, con spremute di limoni siciliani coinvolgendo i bambini del quartiere. Poi, nella giornata del 2 giugno, si sono succedute conferenze, presentazione di libri, spettacoli, con alcuni gazebo di espositori. Sono stati trattati peraltro temi cruciali per gli agricoltori siciliani. Un grazie a tutti coloro che si sono impegnati nella organizzazione. Queste iniziative hanno un grande valore, in attesa di avere Siciliani Liberi nelle istituzioni. In un’epoca di omologazione e appiattimento culturale, è necessario essere ribelli, dissidenti, coltivare la libertà di spirito. È molto più importante di quanto si pensi il risveglio della coscienza identitaria dei siciliani. Non è che non ce l’abbiano, è che viene soffocata da una propaganda insistente.

Una bellezza che guarisce. Negli ultimi sei anni abbiamo perseguito tre obiettivi di fondo, il cui valore potrebbe essere significativo anche per il futuro del partito, compatibilmente con le strategie della nuova Segretaria Nazionale.Il primo è quello della “ribellione della bellezza”. Per semplificare il tema facciamo riferimento al dialogo fra il principe Fabrizio Salina e il cavaliere Aimone Chevalley di Monterzuolo. «Questa violenza del paesaggio, questa crudeltà del clima, questa tensione continua di ogni aspetto, questi monumenti, anche del passato, magnifici ma incomprensibili perché non edificati da noi e che ci stanno intorno come bellissimi fantasmi muti; tutti questi governi, sbarcati in armi da chissà dove, subito serviti, presto detestati e sempre incompresi, che si sono espressi soltanto con opere d’arte per noi enigmatiche e con concretissimi esattori d’imposte spese poi altrove; tutte queste cose hanno formato il carattere nostro che rimane così condizionato da fatalità esteriori oltre che da una terrificante insularità di animo». Ci dicono che non esistono i siciliani, che siamo un meticciato? Eppure sono partiti da qui i siculi che hanno popolato l’Italia meridionale nella preistoria. Abbiamo una forte identità, ricca e variegata, perché la nostra Isola è molto grande, è policentrica. La Sicilia trasforma gli stranieri che immigrano da noi, quasi come la vegetazione che attecchisce qui: il fenotipo è il risultato dell’adattamento del genotipo all’ambiente. Altra falsità: saremmo chiusi e “insulari”. Se c’è un popolo che è da sempre aperto al mondo, per ospitalità e per amore al viaggio, per curiosità intellettuale, è quello siciliano. Non mi riferisco alla necessità attuale di emigrare per studio o per lavoro. Parlo proprio di apertura mentale. Piuttosto sono chiusi e provinciali quegli esponenti dei partiti italiani che vogliono imporre alla Sicilia modelli stranieri. Pensate a quanto sia ottuso e tirannico – così come continua ad essere gestito – il progetto del tram a Palermo.

Ciro Lomonte è architetto, esperto di arte sacra. E’ impegnato nel ricambio generazionale dell’artigianato di eccellenza. Redattore de Il Covile, autore di alcuni saggi sull’arte e sull’architettura. Nel 2016 si iscrive al neonato Movimento Siciliani Liberi. Nel 2018 ne viene eletto Segretario Nazionale. Nel 2022 si candida per la seconda volta sindaco di Palermo. Scrive : “Coltivo relazioni di amicizia in tutto il mondo, convinto che la Sicilia abbia un destino privilegiato al servizio degli esseri umani.“

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